In vista del 100° anniversario della fondazione del Partito Comunista d’Italia – Sezione della III Internazionale, un po’ tutti cercano di lucrare “politicamente” sull’evento. Tutti, dagli estranei, ai nemici dichiarati, dagli ex – ex “comunisti” o “ex” democristiani – ai “sinistri riformisti”, ai “sinistri radicali”: tutti (o quasi) a battersi il petto per le “lacerazioni profonde” della scelta fatta il 21 gennaio 1921. Tutti – tranne, forse, i partitucoli che, rannicchiati nelle proprie parrocchie e senza alcun legame con la classe operaia, si proclamano comunisti – a piangere per il “peccato originale” commesso a Livorno. Tutti a discettare sulla “tragedia” consumata nel dar vita al Partito comunista, che rompeva con la II Internazionale scaduta nell’opportunismo e nel social-sciovinismo, per aderire alla III Internazionale, comunista e rivoluzionaria. Tutti, in ogni caso, concordi nel ribadire che “Non bisognava staccarsi dal PSI”.
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