Solidarietà ai compagni sotto processo per la scritta“Fontana assassino”

Sotto processo gli accusati di imbrattamento per una scritta

In questi giorni si apre il processo contro membri del ‘Partito dei Carc’, accusati di imbrattamento per la scritta “Fontana assassino” apparsa su un muro di Milano a maggio del 2020.
L’Unione di Lotta per il Partito Comunista, come altre realtà, sono state tra le prime a denunciare la criminale gestione della pandemia da parte del governo e della Regione Lombardia.
Sottolineando che il processo ai compagni è una delle espressioni dell’accelerazione della svolta autoritaria dei governi borghesi, svolta rafforzatasi prima con la pandemia e poi con la guerra in Ucraina, tendente a reprimere ogni voce di opposizione e a implementare un disciplinamento sociale, esprimiamo la solidarietà di classe ai militanti sotto processo.

Unione di Lotta per il Partito Comunista (ULPC)

14 gennaio 2023

unionedilottaperilpartitocomunista@tutanota.com

No alla militarizzazione no a basi Nato

Giovedì 2 giugno ore 14.30 manifestazione a Coltano

Il governo Draghi, c.d. governo dei “migliori”, sperpera parte dei denari del Recovery Fund (che a causa del colossale debito pubblico ricadrà sulle spalle delle generazioni future) per nuove basi militari: da qui il decreto governativo che autorizza la costruzione della base militare di Coltano (Pi).

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NO alle esercitazioni militari NATO in Sardegna e altrove

Fino al 27 maggio le coste turistiche, con stabilimenti balneari già in attività, dalle spiagge dorate e di incommensurabile bellezza sono assaltate da esercitazioni NATO. Oltre 4.000 tra donne e uomini di sette nazioni della Nato, 65 tra navi da guerra, sommergibili, elicotteri, cacciabombardieri e mezzi anfibi, velivoli. Sono coinvolti, inoltre, decine di studenti e ricercatori universitari «in qualità di consulenti politici, consulenti legali e addetti alla pubblica informazione».

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Lavoratori Portuali Genova Pra’

Con l’entrata in vigore del Decreto Legge n. 1 del 07/0112022. che istituisce l’obbligo vaccinale per la prevenzione dall’infezione del virus Sars CoV-2 per i soggetti “over 50” e il cosiddetto “super green pass” per l’accesso ai luoghi di lavoro per i lavoratori che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età, colleghi e amici, nel totale silenzio e, in taluni casi, con il consenso di datori di lavoro, terminalisti, sindacali e Confindustria, resteranno inesorabilmente senza la possibilità di recarsi al lavoro e senza diritto alcuno di retribuzione.

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Appello dai lavoratori Vitesco contro il green pass

Negli ultimi due anni la democrazia ha subito continue limitazioni e dal prossimo 15 febbraio subirà un colpo ancora più duro. Con la nuova disposizione ministeriale alcuni lavoratori, colleghi al nostro fianco da molti anni, saranno sospesi senza stipendio fino a data imprecisata.

Lavoratori e lavoratrici che hanno deciso di non piegarsi a questo regime dittatoriale, che ha fatto lavorare tutti nei primi mesi della pandemia a stretto contatto e senza protezioni per poi allontanare gli stessi se non sottoposti a inoculazione statale. Il lavoro è sacro, è un diritto e chi lo doveva difendere, chi ci doveva difendere ha preferito voltarci le spalle in nome della presunta scienza.

Dal 15 alcune famiglie non sapranno come fare fronte alle spese correnti, pagare i mutui, le bollette.
Dal 15 lo Stato avrà sulla coscienza anche il destino di queste famiglie. Questa azienda si è servita degli operai durante la crisi sanitaria per poi sospenderli perché un dpcm abusivo, discriminatorio e incostituzionale lo impone.

Facciamo leva sulle vostre coscienze cari colleghi per far sì che questa farsa finisca per tornare alla normalità e per riprenderci ciò che ci spetta di diritto: IL LAVORO UNITEVI A NOI IN QUESTA LOTTA DI RESISTENZA PERCHÉ OGGI TOCCA A NOI MA I PROSSIMI SARETE VOI

Gruppo lavoratori Vitesco contro il Green Pass

15 febbraio giornata di protesta Presidio dalle 6:00 davanti la sede di Fauglia Non è uno sciopero, è sufficiente non presentare il green pass all’ingresso. Saremo assenti ingiustificati, ma tutelati dai decreti del governo contro conseguenze disciplinari. Nessun passo indietro, ma avanti uniti

Meno promesse! Più personale, subito!

Riceviamo e pubblichiamo:

In Toscana mancano 6.000 infermieri, 400 medici dell’emergenza e del 118, ma mancano anche anestesisti, chirurghi, pediatri, cardiologi, medici di medicina generale, oss, radiologi, tecnici di laboratorio, ecc.

Una situazione esplosiva che con il blocco delle assunzioni, la sospensione di operatori non vaccinati, malati e quarantena dal Covid-19, rende insostenibile lo svolgimento delle attività sanitarie. Il peggioramento delle condizioni di lavoro con l’aumento dei carichi individuali, alimentato da un sentimento di sfiducia per un possibile miglioramento della situazione, ha spinto numerosi medici ad abbandonare gli ospedali in favore del privato o ad anticipare il pensionamento.

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Sabato 5 febbraio scendiamo in piazza contro il sistema degli appalti e la repressione aziendale!

Riceviamo e pubblichiamo:

Appuntamento a Pisa in piazza XX Settembre, ore 15:00

Sul nostro territorio sono tanti gli esempi di speculazioni e appalti a ribasso: AVR, Toscana Aeroporti, Pisamo, AOUP, Pisa Mover, per citare solo quelli più conosciuti.

Negli ultimi anni il sistema degli appalti in questi settori si è intensificato attraverso gare sempre più a ribasso, con un abbassamento esponenziale dei salari e dei diritti dei lavoratori, esternalizzazioni forzate con maggiore ricatto, frammentazione e disgregazione del corpo dei lavoratori stesso con tutte le conseguenze sindacali e politiche che ben conosciamo.

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Sanità: liste d’attesa o in attesa … della lista?!

Riceviamo e pubblichiamo:

Il servizio sanitario pubblico deve avere come fine la cura dei/lle cittadini/e, come espresso dalla legge 833/1978: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale …”. Vediamo, ad es., la problematica delle le liste d’attesa per accedere alle prestazioni sanitarie, sia urgenti che ordinarie.

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