accadde oggi

7 giugno 1953

Alle elezioni politiche non passa la “legge truffa”.

7 giugno 1982

Visita in Italia di R. Reagan, in tutto il paese manifestazioni e prese di posizione antimperialiste.

7 giugno 2007

Il presidente degli USA George W. Bush viene in visita in Italia per incontrare le principali cariche istituzionali e il Papa. Viene accolto da una manifestazione di protesta che porta in piazza a Roma un corteo di circa 200.000 persone.

Firenze, 25 giugno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il CLA (Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati) propone un’assemblea nazionale unitaria su “salute, sicurezza, repressione” nei luoghi di lavoro e sul territorio per domenica 25 giugno ore 10.30 al Cpa Firenze Sud

Un’assemblea promossa direttamente dalle realtà disponibili e interessate, aperta al contributo e alla partecipazione di chi è impegnato su questi temi, per denunciarne la gravità della situazione, per organizzare iniziative, dibattiti, mobilitazioni, per essere a fianco di chi lotta e che, proprio per questo, subisce ogni forma di rappresaglia padronale, aziendale, giudiziaria.
Un’assemblea con la prospettiva di iniziare a coordinarsi e a centralizzare l’intera attività, su questi temi, in modo sistematico e permanente, da parte di ogni singola realtà.
Vi sono ambiti e forze attive, a cominciare da quelle sindacali, come coordinamenti, collettivi, reti, osservatori, associazioni. Il desiderio di unità deve tradursi in realtà per un’azione concreta e coerente di prevenzione e protezione. La proposta è costituire un Centro unitario in grado di sviluppare un’azione comune in un numero maggiore di territori; di sviluppare mobilitazioni e campagne di denuncia, solidarietà, lotta.
PER trasformare la coscienza di classe in maturità politica, necessaria a unire forze già operative, ad alimentarne altre e a far sì che l’intera forza sia in grado di sovvertire l’attuale situazione, così grave, su temi fondamentali come salute, sicurezza e repressione. Questo metodo e modo di procedere, all’insegna dell’unità, rappresenta un salto qualitativo e quantitativo, l’unità di classe e per la classe, utile alle lotte e a sviluppare una tendenza generale alla lotta.
Un salto in avanti, un passo concreto, PER resistere e contrapporsi a progetti e provvedimenti padronali e governativi, all’immobilismo di sindacati burocratici e collaborazionisti. Un’unità di classe per dare forza propulsiva e propositiva alle iniziative, alla rabbia e al dolore dei familiari delle Vittime sul lavoro e da lavoro, di stragi industriali e ambientali, alle avanguardie operaie e sindacali, agli attivisti Rsu/Rls, impegnati e attivi sui temi esposti.

2 giugno 2023

Firenze, 25 giugno

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il CLA (Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati) propone un’assemblea nazionale unitaria su “salute, sicurezza, repressione” nei luoghi di lavoro e sul territorio per domenica 25 giugno ore 10.30 al Cpa Firenze Sud

Un’assemblea promossa direttamente dalle realtà disponibili e interessate, aperta al contributo e alla partecipazione di chi è impegnato su questi temi, per denunciarne la gravità della situazione, per organizzare iniziative, dibattiti, mobilitazioni, per essere a fianco di chi lotta e che, proprio per questo, subisce ogni forma di rappresaglia padronale, aziendale, giudiziaria.
Un’assemblea con la prospettiva di iniziare a coordinarsi e a centralizzare l’intera attività, su questi temi, in modo sistematico e permanente, da parte di ogni singola realtà.
Vi sono ambiti e forze attive, a cominciare da quelle sindacali, come coordinamenti, collettivi, reti, osservatori, associazioni. Il desiderio di unità deve tradursi in realtà per un’azione concreta e coerente di prevenzione e protezione. La proposta è costituire un Centro unitario in grado di sviluppare un’azione comune in un numero maggiore di territori; di sviluppare mobilitazioni e campagne di denuncia, solidarietà, lotta.
PER trasformare la coscienza di classe in maturità politica, necessaria a unire forze già operative, ad alimentarne altre e a far sì che l’intera forza sia in grado di sovvertire l’attuale situazione, così grave, su temi fondamentali come salute, sicurezza e repressione. Questo metodo e modo di procedere, all’insegna dell’unità, rappresenta un salto qualitativo e quantitativo, l’unità di classe e per la classe, utile alle lotte e a sviluppare una tendenza generale alla lotta.
Un salto in avanti, un passo concreto, PER resistere e contrapporsi a progetti e provvedimenti padronali e governativi, all’immobilismo di sindacati burocratici e collaborazionisti.
Un’unità di classe per dare forza propulsiva e propositiva alle iniziative, alla rabbia e al dolore dei familiari delle Vittime sul lavoro e da lavoro, di stragi industriali e ambientali, alle avanguardie operaie e sindacali, agli attivisti Rsu/Rls, impegnati e attivi sui temi esposti.

2 giugno 2023

Contro la guerra

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Lottiamo per la pace, stop alla guerra !
L’Ucraina è la tragica vittima di una guerra brutale e reazionaria in cui la
Russia imperialista e i suoi rivali imperialisti occidentali desiderano
sottomettere il paese e sfruttarne le vaste risorse. Centinaia di migliaia di soldati e civili ucraini e russi hanno già perso la vita sui campi di battaglia e nelle città.
I ministri degli esteri della NATO si incontreranno a Oslo il 31 maggio per discutere come prolungare ulteriormente questa guerra, il massacro e la devastazione. Questo è l’obiettivo primario degli Stati Uniti e del Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg.
Altrimenti, potrebbero accettare le offerte di diversi paesi per facilitare i negoziati di pace.
Gli Stati Uniti e la NATO invece rifiutano apertamente ciò, a nome dell’Ucraina. Inoltre insistono sul fatto che la Russia deve essere sconfitta e che interverranno nella guerra con più armamenti e logistica «finché sarà necessario». Si tratta di una guerra prolungata condotta nell’interesse delle classi dominanti e dei loro monopoli, che può intensificarsi con la minaccia di bombe nucleari tattiche, che espande i suoi fronti dal Baltico al Mar Nero. Gli enormi costi economici e umani sono gettati sulle spalle della classe operaia e dei popoli.
La pretesa degli imperialisti di difendere l’Ucraina è falsa tanto quanto lo sono i loro proclami sulla difesa della libertà, della sovranità e dei «valori liberali». I popoli dell’ex Jugoslavia, dell’Iraq, dell’Afghanistan e della Libia conoscono bene questi «valori».
La NATO è il problema, non la soluzione. Non è mai stata un’alleanza per la difesa dei paesi europei. È un’alleanza guerrafondaia istituita per salvaguardare l’egemonia degli Stati Uniti in Europa e per sopprimere qualsiasi movimento operaio che possa minacciare la classe dominante.
La propaganda di guerra da entrambe le parti è assordante. Sebbene la forza militare convenzionale della NATO superi di gran lunga la Russia, la guerra è utilizzata come pretesto per un’estrema militarizzazione e riarmo dell’Europa. I bilanci della difesa vengono raddoppiati e persino triplicati. Fingendo che le loro risorse militari siano scarse, gli stessi paesi NATO stanno inviando carri armati, missili e per ultimo aerei da combattimento in Ucraina con le proprie «risorse limitate».
Mentre il controllo della polizia e la politica autoritaria sono in aumento in tutti i paesi europei, si attua una continua propaganda per preparare le giovani generazioni a diventare carne da macello.
La borghesia europea permette agli Stati Uniti di utilizzare i suoi territori per attività militari e persino per le basi nucleari.
In vista del vertice del Consiglio Nord Atlantico, il governo norvegese ha permesso alla più grande portaerei del mondo USS Gerald R. Ford di ancorare fuori dalla città di Oslo. Allo stesso modo, la Bielorussia sta permettendo alla Russia di schierare missili nucleari sul suo territorio.Inoltre, l’Unione Europea sta ridefinendo le sue ambizioni e la sua strategia imperialiste.
L’unione militare viene istituita per proteggere gli interessi degli stati e dei monopoli europei imperialisti, per partecipare alla lotta per la ri-divisione del mondo.
In un mix di cooperazione e rivalità, gli imperialisti tedesco e francese vogliono trarre vantaggio da questa situazione e dominare l’UE e gli stati capitalisti minori. Soprattutto l’imperialismo tedesco è attivo per realizzare i suoi vecchi piani di essere la potenza leader in Europa.
Non serve l’immaginazione per capire chi sta pagando il prezzo della guerra e
dell’escalation della militarizzazione. I soldati ucraini e russi stanno pagando con la vita al fronte, mentre i lavoratori altrove in Europa sperimentano un’inflazione alle stelle, alti tassi di interesse, salario reale ridotto, limitazioni dei diritti democratici. Le politiche di austerità sono imposte in tutta Europa per sostenere l’ingente spesa dei bilanci della difesa.
I lavoratori del nostro continente non hanno niente da guadagnare e tutto da perdere dalla antipopolare e pericolosa politica di guerra. Il nostro principale nemico è la borghesia nei nostri paesi.
La lotta per la pace, contro l’invio di armi e il crescente coinvolgimento dei nostri paesi in questa guerra ingiusta, contro tutti i guerrafondai è un compito centrale nella situazione attuale.
Questa lotta deve essere collegata alla lotta per l’aumento dei nostri salari, per la difesa e il miglioramento delle condizioni di lavoro, per pensioni pubbliche e dignitose, sistemi sanitari, istruzione, così come alla lotta contro la reazione e il fascismo in ogni paese. Un cessate il fuoco immediato e negoziati sono la soluzione a breve termine in Ucraina.
Ma solo la solidarietà di classe internazionale e la pressione dei popoli e dei lavoratori d’Europa possono garantire una pace giusta nel lungo periodo. La questione della pace non può mai essere lasciata nelle mani dei governi imperialisti!
Stop alla guerra ora!
Maggio 2023
Dichiarazione della riunione europea della Conferenza Internazionale di
Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Un maggio di sangue operaio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

12 maggio. Novi Ligure. Mentre lavora alla ristrutturazione della facciata dello storico Palazzo Durazzo, Antonio Summa, 37 anni, viene travolto dal crollo di un lucernario in vetro. Le schegge gli recidono l’arteria femorale e per lui non c’è nulla da fare.
13 maggio. Minucciano (Lucca): una morte di sapore “ottocentesco” (peccato che siamo nel 2023…). Un “cavatore” di 55 anni – Ugo Antonio Orsi – viene investito e schiacciato da una grossa lastra di marmo. I compagni di lavoro non sono nemmeno riusciti – a causa del peso – a spostare il blocco.
15 maggio. Suzzara: Maura Marangoni, 59 anni e a qualche mese dal pensionamento, viene colpita alla gola da una lama inceppatasi nella pressa dell’azienda di lattonerie dove la donna lavorava. Maura muore dissanguata in pochi minuti.
17 maggio. Porto di Genova: un operaio di 41 anni viene investito da un carrello. Non perderà la vita ma gli verranno amputate entrambe le gambe.
23 maggio. Mariano del Friuli (Gorizia): Nicolas Nanut, di 30 anni, perde la vita schiacciato da un macchinario su cui stava lavorando.
24 maggio. Monopoli: mentre Vito Germano di 64 anni e Cosimo Lomele di 62 anni stanno lavorando a scavi per le condutture di un nuovo complesso, un costone roccioso si stacca e li travolge.
25 maggio. Trezzano sul Naviglio: Ruman Abdul, 25 anni, muore schiacciato da un pesante macchinario che stava spostando. Era il suo primo giorno di lavoro ed è stato l’ultimo della sua vita.
25 maggio. Bagolino: Daniele Salvini, un boscaiolo di 33 anni, mentre potava alcuni alberi danneggiati viene investito mortalmente da una pianta.
25 maggio. Macherio: mentre lavorava alla costruzione di una piscina, Rosario Frustaci cade dal ponteggio e precipita nella vasca profonda 4 metri. Per recuperare il suo corpo devono intervenire – oltre ai vigili del fuoco – anche membri del Nucleo Speleo Alpino Fluviale.
29 maggio. Capurso (Bari): Pasquale Pipino,un operaio di 58 anni, perde la vita folgorato da una cabina elettrica in cui stava lavorando.
Questa triste lista (con nome e cognomi, perché si tratta di esseri umani e non di numeri di una statistica) del solo mese di maggio si aggiunge alle 196 vittime del profitto già registrate nei primi 3 mesi del 2023, con un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo 2022.
Sarà che i padroni hanno capito bene quello che la Meloni si era affrettata a dire nei primi giorni del suo governo: “non disturberemo chi vuole fare”. Dove “chi vuole fare” sono i capitalisti che non si fermano davanti a nulla. Bisogna dire che anche i governi precedenti, visto il numero di morti operaie che ogni anno sfiora i 1.500, non li hanno “disturbati” più di tanto.
Di leggi contro le morti sul lavoro il nostro Codice è pieno. Alcuni sindacati di base ne propongono un’altra (reato di omicidio e lesioni sul lavoro). I sindacati confederali, ad ogni mattanza, vogliono aprire tavoli di confronto con quei padroni a cui da decine di anni viene garantita l’impunità (e quindi di cosa vogliono discutere?). Quanti imprenditori sono stati condannati? Praticamente impossibile saperlo (sarà che la risposta forse è “nessuno”?).
Ormai ci mancano le parole (e anche le lacrime).
Resta la rabbia contro un sistema barbaro – il capitalismo – che mette il profitto davanti alla vita umana, e la coscienza che o i lavoratori si organizzano senza delegare ad altri (leggi, sindacati confederali ecc. ecc.) la difesa della loro vita o la strage non si fermerà.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Sesto S. Giovanni, 30.5.2023