Riceviamo e pubblichiamo:
Viareggio. Da marzo i lavoratori della “Perini Navi” sono in cassa integrazione e l’azienda manifesta soliti “buoni propositi” padronali: licenziare altri 30 lavoratori, dopo i 30 dei mesi scorsi.
È in corso una procedura di concordato avviata dall’azienda da maggio. Il 15 gennaio 2021 è la data fissata dal Tribunale per la presentazione del piano di ristrutturazione del debito. Il sindacato Fiom rivendica una “soluzione industriale” con l’augurio che il 15 gennaio sia, per i lavoratori, la fine di questa agonia.
La carta che gioca la proprietà è la garanzia di 25 milioni di € da parte del fondo finanziario londinese ‘BluSkye’, da restituire a partire dal 4° anno con un tasso di interessi del 10%.
A questa cifra si sommano i 17 milioni che ‘Perini Navi’ conta di ricavare dalla vendita del cantiere in Turchia. Il fondo chiede come garanzie: ipoteca sull’immobile Perini e pegno sui marchi.
Un’operazione di speculazione finanziaria alla faccia dei posti di lavoro, dei diritti dei lavoratori e delle loro condizioni di lavoro. Ma questo È il capitalismo: usa e getta … sfrutta e abbandona!
Oltre al sindacato, vi sono anche le ‘preoccupazioni’ della Regione Toscana, delle istituzioni, del Comune, sedute al tavolo.
Noi, impegnati sindacalmente, socialmente e politicamente, abbiamo il compito di fare contro-informazione, di esprimere la più ampia solidarietà, di essere disponibili per ogni iniziativa di lotta decisa dagli operai, dai lavoratori della ‘Perini navi’ e dalle loro rappresentanze sindacali.
La scheda. Il cantiere navale ‘Perini Navi’ viene fondato nei primi anni ‘80, dal padrone lucchese Fabio Perini, già operante nel settore dell’industria cartaria (Fabio Perini S.p.A.).
La ‘Perini Navi’ disegna, progetta e realizza, yacht di lusso di grandi dimensioni a vela, solitamente con due alberi.La prima nave varata, nel 1983, è stata la Felicità (oggi Clan VI): uno yacht a vela lungo 40 metri che per i sistemi inventati da Fabio Perini, può essere manovrato da una sola persona.
Nel 1987 si stabilisce nella attuale sede di Viareggio. Apre i cantieri navali Yildiz, a Tuzla, una zona industriale di Istanbul e acquisisce una parte dei Cantieri Navali ‘Beconcini’ di La Spezia.
Nei primi anni ‘90 incorpora i cantieri navali ‘Picchiotti’ (cantieri navali storici di Limite sull’Arno, la cui tradizione risale al 1600). Gli scafi delle navi vengono fabbricati in Turchia, il resto della costruzione in Italia, nei cantieri di Viareggio.
I cantieri di riparazione e manutenzione delle imbarcazioni si trovano nel porto di La Spezia ai Cantieri Navali Beconcini, a 25 miglia nautiche da Viareggio.
La ‘Perini Navi’ è presente sul mercato Usa con una filiale, la Perini Navi Usa, di Portsmouth.
Nel 2017, entra nel capitale dell’azienda con il 49,99% attraverso la ‘Fenix srl’ e con l’investimento di 20 milioni di €, Edoardo Tabacchi, discendente di una dinastia degli occhiali e appartenente al ramo familiare uscito anni fa dal gruppo Safilo per poi concentrarsi su ‘Salmoiraghi &Viganò’ (venduta nel 2016 a Luxottica).
Nell’estate 2018 Tabacchi acquisisce un’altra quota della società raggiungendo con il 75% il controllo dell’azienda mentre Perini resta, attraverso la Faber Group, come azionista di minoranza con il 25%.Presidente e amministratore delegato è Lamberto Tacoli, presidente anche di Nautica Italiana.
La strategia è allargare la gamma alle barche a vela da 40 a 50 m. con un fatturato ottenuto per metà dalla vela e per metà dal motore. La divisione motori è stata riunita sotto l’unico marchio Perini abbandonando il vecchio marchio Picchiotti.