Nella sua attività di rastrellamento in Cisgiordania occupata da quando le incursioni si sono intensificate dallo scorso anno, l’esercito al servizio dello Stato sionista ha ucciso – il 26 gennaio – nel campo profughi di Jenin almeno 10 palestinesi tra i quali un’anziana donna, e altri 20 feriti tra i quali 4 gravemente.

Dall’occupazione israeliana del 1967 centinaia di giovani vengono uccisi, i palestinesi sono prigionieri in casa propria e obbligati al controllo ai check point, sono privati dell’acqua soprattutto quella necessaria per l’agricoltura, e di medicine, intere famiglie sono divise da un enorme muro di cemento.
Tutti i giorni i soldati sfondano le porte, arrestano e spesso uccidono. Nei giorni scorsi è successo alla compagna Stefania di Pisa, ospite di una famiglia palestinese: prelevata ed espulsa mentre veniva ucciso un ragazzo di 14 anni; è stato arrestato un giovane del campo profughi di Aida che è stato più volte in Italia per parlare delle condizioni dei palestinesi. E le carceri sono piene anche di giovanissimi (dai 9 anni in su) e di ragazze. Sono rinchiusi, in pessime condizioni e sotto continua repressione, in attesa di conoscere le accuse e la data del processo.
È sufficiente difendere i diritti umani per essere tacciati di terrorismo o antisemitismo. Persino le ONG sono definite “organizzazioni terroristiche” perché darebbero una copertura delle attività del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP)
Ai comunisti, ai resistenti, al popolo palestinese oppresso va tutta la nostra solidarietà, che per noi significa lottare nel nostro Paese contro ogni governo che si manifesta amico del governo israeliano, che porta avanti programmi di cooperazione bilaterale attraverso le Università, gli enti di ricerca, i vari settori imprenditoriali fino alle relazioni economiche che rafforzano la formidabile macchina da guerra di Israele.
Unione di lotta per il Partito Comunista (ULPC)