Ricordare la nascita del Partito Comunista è un momento fondamentale nella battaglia politica per la sua ricostruzione. Richiamarsi alla sua fondazione significa difendere le radici teoriche che sono la base del pensiero rivoluzionario; una necessità oggi imprescindibile di fronte alla dispersione e allo sbandamento ideologico della classe e dei comunisti.

La scissione dal Psi mise nero su bianco principi basilari: la società capitalista non si può riformare, tanto meno si può attendere l’“ora X” in cui il proletariato sarà guidato alla rivoluzione. Contro riformismo parlamentare e massimalismo parolaio si coagulò la frazione comunista.
Far tesoro degli insegnamenti tramandati, fare il bilancio dell’esperienza, capire la sconfitta temporanea del socialismo, per intervenire nel presente.
Il capitalismo produce sempre più sfruttamento, rapina, sopraffazione, guerra, devastazione ambientale. Le disuguaglianze sociali si acuiscono, come emerso nelle recenti crisi economiche, sociali e sanitarie. La competizione tra imperialismi spinge alla crescente militarizzazione, venti di guerra si fanno sempre più forti, l’estrazione di materie prime e nuove forme di colonizzazione si intensificano.
Assumere 102 anni di storia, collegarsi allo spirito e alla coerenza che vi dettero vita, intraprendendo un paziente, laborioso e metodico, processo di ricomposizione dei comunisti, in grado di orientare gli organismi o i singoli, coscienti che il Partito non lo si inventa da oggi a domani, non lo si autoproclama, ma sarà il punto d’arrivo di un percorso/processo attraverso la costituzione di un’Organizzazione intermedia capace di assolvere a questo compito storico.
Unione di Lotta per il Partito Comunista (ULPC)