“Green pass”: discrimina, divide et impera!  

Con il ‘Covid-19’, è arrivato il vaccino. Per interesse delle multinazionali il governo doveva, in qualche modo, imporre il vaccino senza assumersi la responsabilità di effetti collaterali; senza obbligatorietà, quindi. Ciò significa: chi vuole lo fa, chi non vuole no. Ricordiamo che i contratti tra UE e ‘Big pharma’ sono secretati e senza penali in caso di mancata consegna.

Nonostante l’incarico al generale, la campagna vaccinale segna il passo e incontra resistenze. Per il governo vi era il rischio di nuovi lockdown, di ricoveri ospedalieri oltre la percentuale stabilita in base ai letti disponibili, di intasamento del servizio sanitario che, nonostante l’emergenza, è rimasto carente come prima.

Ai capitalisti e ai governi di turno non interessa che operai e lavoratori e lavoratrici si ammalino e muoiano, ma che non si interrompa la produzione e lo sfruttamento, fonte dei loro profitti.

Di fronte al ‘Covid-19’ si ergono a paladini della salute dopo averla distrutta a favore della privatizzazione, responsabili di migliaia di omicidi sul lavoro, del massacro nelle Rsa, di invalidi, di malattie professionali, di inquinamento atmosferico (causa di 60 mila morti l’anno). Per il governo esistono solo il rilancio dell’economia e profonde ristrutturazioni del sistema produttivo, per stare al passo della concorrenza internazionale.

C’è un’accelerazione dell’attività “duratura e sostenibile” come ha detto Draghi all’assemblea di Confindustria – impegnata con la truffa dell’ATtività ECOnomica (ATECO) a tenere aperte le grandi aziende, comprese delle armi, servizi essenziali durante la prima fase della pandemia (sic!) -auspicando un “patto economico, produttivo e sociale del paese”. Programma salutato da applausi a scena aperta dagli industriali, in sintonia con forze politiche e sindacali di regime.

Dopo continui appelli di Mattarella e Draghi (sostenuti da mass-media, scienziati e medici a libro paga) sul senso del dovere, che scaricano sulle masse le proprie responsabilità su salute e carenze sanitarie, e su comportamenti individuali, cancellando la libertà di scelta, è arrivato il decreto che obbliga al green pass anche in ambito lavorativo.

Il green pass: un’operazione propagandistica e strumento classista, di discriminazione e coercizione. Non serve a fermare la diffusione del contagio, non “rende gli ambienti più sicuri”, non tutela la salute. È un’arma di “distrazione di massa” per nascondere problemi sociali, dalla disoccupazione al carovita.

Divide e contrappone lavoratori, masse popolari e famiglie, fa l’interesse dei padroni, che l’hanno invocato ripetutamente. Una penalizzazione per chi non riconosce la validità del vaccino o non può effettuarlo, a cui è impedito: dal caffè seduto al bar a usufruire della biblioteca e di altre strutture e servizi. Una discriminazione nei confronti dei “capri espiatori” della pandemia, di lavoratori ieri definiti “eroi” e oggi “untori”.

Senza green pass non si può viaggiare a lunga percorrenza, ma si può su sovraffollati mezzi pubblici. Non si può accedere alle mense nei luoghi di lavoro, ma si può lavorare gomito a gomito come nel lockdown, senza quelle adeguate misure di protezione che ora i padroni potranno evitare grazie al green pass.

Il lavoratore non vaccinato dovrà sottoporsi, ogni due giorni, al tampone a proprie spese ed essere privato del salario, multato, sospeso per inosservanza all’obbligo vaccinale e sostituito (in aziende piccole ciò significa licenziamento).

Gli insegnanti saranno sottoposti al “semaforo”, senza aver risolto il problema della carenza di organici, delle classi “pollaio” e dei trasporti pubblici. Nonostante il green pass l’Inps, per mancanza di fondi (dimenticanza del governo…), non erogherà l’indennità di malattia ai lavoratori in quarantena per contatti di casi positivi (con effetto retroattivo dall’1/1/21).

La stessa sorte per i lavoratori fragili: immunodepressi, malati oncologici, sottoposti a terapie salvavita, disabili gravi. Viene imposto l’isolamento per motivi di salute pubblica a spese di chi deve rimanere in casa.

Basta con la cinica strumentalizzazione governativa della pandemia!

PER la sanità pubblica contro la sua mercificazione e privatizzazione.

Prevenzione, ricerca, cure e terapie anticovid precoci, tamponi e Dpi gratis, cure domiciliari, strutture sanitarie pubbliche territoriali, misure aderenti ai bisogni dei malati.

NO ai licenziamenti, NO ai tagli al salario e alle sospensioni. Salario a spese di padroni e Stato, a fronte di quarantena, sospensioni, interruzioni o limitazioni di produzione.

Organizzarsi e mobilitarsi PER: – smascherare coloro che, in nome della “libertà” del singolo, pensano a far ciò che vogliono, favorendo infiltrazioni di fascisti, forze oscurantiste, fanatici religiosi, che non mettono sul banco degli imputati il sistema, alimentando così soluzioni autoritarie a vantaggio del grande capitale.

– Respingere derive autoritarie ed eversive, ogni sorta di repressione, la demonizzazione della libertà di critica e del dissenso.

30 settembre 2021

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