Pubblichiamo l’importante opera di Bertold Brecht “Vita di Galileo”.
L’opera si apre a Padova nel 1609, dove Galileo tiene la cattedra di matematica dal 1592. Dopo essere venuto in contatto con il cannocchiale, inventato in Olanda l’anno prima, lo perfeziona e grazie a questo strumento che giunge alla sua prima grande scoperta, l’esistenza dei quattro satelliti di Giove. È il primo importante tassello che mette in crisi il sistema tolemaico, secondo cui il Sole e gli altri pianeti ruotano attorno alla Terra, centro immobile di tutto l’universo. Galileo si sente pronto a difendere pubblicamente la teoria eliocentrica di Copernico. Per quelle sue sconvolgenti osservazioni celesti che aprivano, come noi oggi sappiamo, l’epoca moderna, viene accusato di eresia sotto il pontificato di Urbano VIII. Si costringe così lo scienziato ad abiurare e a restar prigioniero, in seguito, tra i muri d’una villa di Arcetri.
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La foto è tratta dalla rappresentazione del 1963 di Giorgio Strehler al Piccolo Teatro. Lo spettacolo durò oltre cinque ore e venne salutato da interminabili applausi. Ma fu molto più di una rappresentazione teatrale. In quelle settimane accorati appelli giunsero all’arcivescovo di Milano perché intervenisse a mettere fine a quello che veniva considerato uno scandalo. Tant’è che in alcune chiese gruppi di fedeli organizzarono perfino delle veglie nel tentativo di “esorcizzarlo”.
Scoppia una vera e propria battaglia attorno al tema della libertà e lo spettacolo diventa l’inaspettato riflesso di quello che sta accadendo contemporaneamente sulla scena politica della Milano degli anni Sessanta.