Pubblichiamo un contributo di una lavoratrice della scuola:
“Sono una lavoratrice della scuola primaria da ormai diversi anni, entrata di ruolo nel 1994, dopo dieci anni di precariato ed insegno in un istituto comprensivo formato da nove scuole, dove a fronte della presenza di quattro/cinque uomini, la maggioranza è rappresentata da lavoratrici. La scuola dell’infanzia e primaria fin da sempre è stato terreno connotato al femminile, questo per la convinzione, palesemente errata, che sia più un lavoro di accudimento, cura, “maternage” piuttosto che una professione non semplice, che richiede grande professionalità, aggiornamento, preparazione. Se aggiungiamo a questo le poche ore contrattuali di lavoro (non considerando quelle “sommerse” e di continue riunioni), che lascerebbero tempo al lavoro di cura familiare storicamente riservato a noi donne, il quadro è chiaro: il lavoro di maestra è perfetto per le donne! Lasciamo agli uomini gli incarichi universitari o la cattedra alla scuola superiore, compatibile magari con il “lavoro vero”, quello di libero professionista.
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