La NATO non è mai stata e non è un’organizzazione difensiva

La manifestazione contro la Base di Coltano del 2 giugno sembrava potesse rimettere al centro dell’attenzione del movimento “per la pace” italiano le Basi Nato, la guerra imperialista, il riarmo mondiale, così non è stato.
Giusto essere contro una nuova Base, ma va tenuto conto che il territorio toscano, tra Pisa e Livorno, ospita la più grande Base, Camp Darby, di rifornimento che ha operato e opera nei vari teatri di guerra che da anni si susseguono e che ha avuto un ruolo fondamentale nel depistaggio delle stragi degli anni ‘70/80, nel sostegno al progetto golpista della P2 di Gelli, nell’addestrare i fascisti di Gladio.

La storia della NATO è piena di crimini, interventi e colpi di Stato, di sostegno a violente dittature, destabilizzazione di interi paesi e guerre che hanno causato milioni di vittime innocenti. I suoi piani di espansione verso l’est e l’allargamento con Svezia e Finlandia, in seguito al conflitto in Ucraina, dove ricopre parte importante degli armamenti in supporto alle milizie nazifasciste di Zelenskji, alimenterà la guerra e, in maniera esponenziale, le tensioni internazionali e il rischio di nuove guerre.

Proprio l’acutizzarsi degli scontri interimperialistici e il ruolo aggressivo della Nato che sta espandendo le sue Basi in tutte le aree del mondo ed obbliga i paesi europei ad aumentare la voce guerra e riarmo nei propri bilanci, Italia compresa, alimentando i profitti dell’industria degli armamenti a scapito dei bisogni del proletariato e delle masse popolari, fa diventare la lotta contro la Nato sempre più necessaria e unificante.

Il 29 e 30 giugno Madrid si riempirà di militari, capi di Stato e di governo e rappresentanti delle lobbies delle armi per un nuovo, decisivo vertice della Nato. Il Summit Nato di Madrid è di particolare importanza, perché dovrà approvare il “nuovo Concetto Strategico” che orienterà la politica dell’Alleanza e le sue strategie militari nei prossimi anni.

In quei giorni la capitale spagnola si riempirà anche di pacifisti e militanti che il 26 giugno hanno sfilato in corteo da Atocha a Plaza de Espana per dire “No alla Nato, No alla guerra e Sì alla pace” e si incontreranno nei giorni seguenti nel Vertice sulla pace per discutere dello scioglimento di un’alleanza che non ha più ragione d’essere come alleanza difensiva.

Il 31 maggio, fuori dal porto di Igoumenitsa in Grecia si sono già mobilitati i membri dell’Organizzazione provinciale di Thesprotia del KKE con un blocco simbolico di un convoglio di 17 veicoli militari della NATO provenienti dalla Gran Bretagna, di ritorno da un’esercitazione NATO nei Balcani.

Sì alla pace, no alla NATO! Uscire dalla NATO e dissolverla è lo slogan dell’Appello del Consiglio Mondiale per la Pace (WPC) che invita ad azioni anti-NATO in tutto il mondo intorno al vertice NATO del 29-30 giugno.

E dalla Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxiste Leniniste (CIPOML) arriva il richiamo per la classe operaia e le masse popolari ad unirsi ed opporsi con la lotta alla politica guerrafondaia dei governi e all’ampliamento dell’alleanza di guerra della Nato.

La NATO non è mai stata un’organizzazione difensiva e ancor meno lo è oggi, la NATO non è un’alleanza che garantisce la pace e gli interessi dei popoli ma del complesso militare-industriale, era ed è il braccio armato dell’imperialismo USA e UE.

Occorre che i comunisti si rendano disponibili alla ricostruzione, anche in Italia, di un forte movimento per la pace, che metta al centro della sua lotta le semplici parole d’ordine che il proletariato nei decenni ha sempre usato: No alla guerra dei padroni, No all’aumento delle spese militari; Pace e Lavoro. E si inserisca nella lotta dei popoli europei per la dissoluzione della NATO.

ULPC – Unione di Lotta per il Partito Comunista

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