Giovedì 2 giugno ore 14.30 manifestazione a Coltano
Il governo Draghi, c.d. governo dei “migliori”, sperpera parte dei denari del Recovery Fund (che a causa del colossale debito pubblico ricadrà sulle spalle delle generazioni future) per nuove basi militari: da qui il decreto governativo che autorizza la costruzione della base militare di Coltano (Pi).
Una prima considerazione: la viltà dei politici nazionali e locali che hanno pensato di far passare sotto silenzio un fatto gravissimo per la popolazione.
La seconda considerazione: sull’importanza di un movimento di opposizione unitario che trovi sempre più una volontà comune d’azione su una vicenda così importante per la cittadinanza dell’area pisana e livornese, già gravata da servitù militari al servizio dei comandi e degli interessi USA.
Il territorio pisano, al confine con quello livornese, ospita la più grande base di rifornimento e vettovagliamento militare USA (Camp Darby) che ha operato e opera inviando mezzi e munizioni in tutti i teatri di guerra. Oggi, per l’espansione dell’hub dell’aeroporto militare di Pisa, lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto, ferrovia e Navicelli, invia in Ucraina parte importante degli armamenti di supporto alla NATO e alle milizie nazifasciste di Zelensky, e per questo viene ritenuto un importante bersaglio in caso di escalation del conflitto.
Senza dimenticare, nell’anniversario della strage di Piazza della Loggia di Brescia (28 maggio ‘74), il ruolo svolto da Camp Darby nel periodo stragista degli anni ’70-’80, nell’addestramento degli eversori di ‘Gladio’, nel depistaggio dei mandanti e degli esecutori fascisti, nel sostegno al progetto golpista della P2 di Gelli.
Vogliono costruire la nuova base militare su 70/80 ettari di territorio destinandoli a caserme, alloggi, depositi di armamenti, poligoni di tiro, per l’addestramento di reparti speciali di carabinieri e di forze di polizia europee. Un modo ‘originale’ del governo Draghi per sviluppare le proprie forze repressive.
Opporsi alla costruzione di nuove basi militari su qualsiasi area del territorio italiano, all’aumento vertiginoso della spesa militare a danno di sanità, scuola, pensioni, lavoro, ambiente; CONTRO l’invio di armi, l’uso delle infrastrutture e dei territori italiani da parte di NATO e USA, nel rispetto della volontà della maggioranza della popolazione.
Coscienti che solo una mobilitazione delle classi lavoratrici e delle masse popolari può fermare nuovi atti di servilismo verso gli interessi USA e verso il rafforzamento delle forze repressive dello Stato, invitiamo movimenti, organizzazioni politiche e sindacali, sociali, proletarie e popolari, alla più ampia unità e mobilitazione CONTRO la guerra tra interessi imperialisti a danno dei popoli, PER l’uscita dell’Italia dalla guerra, La cessazione dell’invio di armi e aiuti militari all’Ucraina, La drastica riduzione delle spese militari, PER il NO alla costruzione della base di Coltano e di altre basi militari.
Con la lotta per l’unità, contro le divisioni e la frammentazione delle forze sinceramente progressiste e rivoluzionarie, per gli interessi di classe, sarà possibile una nuova fase per modificare i rapporti a favore del proletariato.
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1 commento su “No alla militarizzazione no a basi Nato”