Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo lo sblocco dei licenziamenti – avallato da Cgil, Cisl, Uil – la proprietà della GKN di Firenze, storica fabbrica di componentistica auto, ha decretato la chiusura della fabbrica e gettato in strada oltre 500 famiglie tra operai diretti e indotto. A Monza, stessa sorte è toccata ai 152 operai della Gianetti Ruote, con l’Amministratore Delegato in fuga scortato dalle forze dell’ordine per proteggerlo dalla rabbia dei lavoratori; a Brescia è stata annunciata la chiusura della Timken, altra azienda del settore automobilistico, con cento lavoratori; alla Whirlpool di Napoli è stata confermata la chiusura a cui seguiranno i licenziamenti.
La GKN è una delle fabbriche più sindacalizzate d’Italia, con le Rsu-Fiom dell’area di ‘Opposizione in Cgil’, che negli anni hanno ottenuto trattamenti di miglior favore rispetto ai contratti collettivi peggiorativi firmati da Fim Fiom e Uilm, compreso la non applicazione del Jobs Act e la bocciatura dell’ultimo contratto bidone dei metalmeccanici.
Che il padronato agisca in modo tanto spregiudicato è indice da un lato di quanto grave sia la crisi della sua economia, dall’altro di quanto esso si senta forte e consideri debole la classe operaia. Occorre più che mai dimostrare che lorsignori si sbagliano e che i lavoratori hanno la forza di reagire edifendersi!
I lavoratori della GKN devono ricevere la solidarietà dei lavoratori di tutta Firenze e di tutto il sindacalismo conflittuale! La lotta alla GKN non deve restare una lotta della singola fabbrica: deve diventare un anello di una lotta generale della classe lavoratrice contro i licenziamenti!
La rabbia degli operai della Gianetti Ruote, della GKN, della Bekaert, della Whirlpool e di tutte le aziende che procederanno a licenziamenti deve essere unificata in una lotta per obiettivi comuni a tutti i lavoratori: No ai licenziamenti! Riduzione dell’orario di lavoro! Salario ai disoccupati!
L’unificazione delle lotte contro i licenziamenti non può essere compiuta dai sindacati di regime (Cgil, Cisl eUil) responsabili di quanto sta accadendo, con la firma allo sblocco dei licenziamenti il 30 giugno scorso, e che da sempre tengono ogni vertenza chiusa dentro i confini dell’azienda, l’una isolata dall’altra, rivendicando fantomatici tavoli istituzionali, facendo morire in lunghe e infruttuose consultazioni ogni energia e rabbia operaia.
Il compito dell’unificazione delle lotte contro i licenziamenti può e deve essere preso in carico dal sindacalismo conflittuale (sindacati di base, opposizioni di classe e gruppi combattivi nei sindacati di regime) e deve essere condotto in modo unitario, con una stabile intesa d’azione fra i suoi organismi.
Ciò che il padronato, lo Stato e i sindacati di regime vogliono ottenere è una nuova epocale sconfitta della classe operaia, con la distruzione dei gruppi di lavoratori combattivi, del sindacalismo conflittuale, anche attraverso l’aumento della repressione (licenziamenti e sospensioni per la violazione dell’infame “obbligo di fedeltà”, cariche, manganelli, multe, arresti e denunce contro chi lotta e i solidali) per condurre una nuova stagione di sfruttamento ancora più bestiale e di dominio del sindacalismo collaborazionista.
Sosteniamo attivamente la mobilitazione contro la chiusura della GKN! Uniamo le lotte contro i licenziamenti! Uniamo nella lotta il sindacalismo conflittuale! Lo sciopero generale nazionale contro il governo e il padronato è urgente e necessario!
coordautoconvocat2019@gmail.com
Coordinamento Lavoratori/Lavoratrici Autoconvocati (C.L.A.)
per l’unità della classe
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