Riceviamo e pubblichiamo:
“Prima il profitto” è l’infame realtà sociale e politica alla quale solo la ricostruzione del movimento di lotta della classe lavoratrice potrà porre fine
La vicenda del crollo del ‘Ponte Morandi’, della gestione della rete autostradale, della nazionalizzazione onerosa, dimostra che nell’attuale assetto sociale e politico il profitto domina su ogni altro interesse e necessità. A causa del profitto vengono sacrificate le vite, l’ambiente, si sfrutta, si opprime, si uccide. Le quotidiane, incessanti, morti sul lavoro hanno la stessa causa comune con stragi che quotidianamente ricordano Viareggio, Moby Prince, Ponte Morandi, Stresa/Mottarone come molte altre.
Il regime politico fa di tutto per coprire, a ogni disastro, con fiumi di retorica patriottarda – invocando l’unità nazionale – il suo ruolo di tutore di una parte della società – quella che del profitto ne beneficia – a danno della maggioranza.
È un regime politico padronale che invoca l’unità fra sfruttati e sfruttatori continuare a opprimere, sfruttare e godere del suo privilegio sociale e del suo dominio politico. Contro questa condizione sociale vi è una sola forza che può opporsi: dei lavoratori e delle lavoratrici. Senza la ricostruzione di un movimento reale delle classi lavoratrici la lotta contro il dominio sociale e politico del profitto è condizionata e limitata. Sono gli operai che ogni giorno cadono sul lavoro perché “eccessive” norme di sicurezza sono lacci e laccioli alla realizzazione dei profitti. Sono i lavoratori che quando provano a denunciare carenze su salute e sicurezza, nelle aziende in cui lavorano, vengono colpiti disciplinarmente, fino al licenziamento per “rottura del rapporto fiduciario”! Il caso occorso all’ex Ilva di Taranto è solo il più eclatante. Nei mesi funesti della pandemia si è assistito a personale sanitario che denunciava omissioni delle aziende sanitarie intervistato a volto coperto e con la voce camuffata, come se fossero mafiosi pentiti.
Il Coordinamento (CLA) si è costituito per rispondere a una emergenza che si affianca ad altre che sempre più affliggono la società: l’emergenza sindacale. I lavoratori sono privi di un vero sindacato di classe che li unisca e li stimoli alla lotta. Sono afflitti dallo scetticismo e dalla rassegnazione, dopo decenni di tradimenti da parte del sindacalismo concertativo e collaborazionista (Cgil, Cisl e Uil). Tutto ciò si riflette nell’incapacità di denunciare e opporsi a pratiche aziendali che, per tutelare i loro profitti, producono morti su lavoro e da lavoro, disastri industriali e ambientali.
La strada individuata dal CLA, come via d’uscita da questa situazione, è dell’unità d’azione delle forze del sindacalismo conflittuale – sindacati di base e aree di opposizioni in Cgil – nate per organizzarsi in alternativa al sindacalismo collaborazionista.
Lo sciopero nazionale nella logistica, proclamato unitariamente da SICobas, AdlCobas e Usb, contro la repressione aziendale e statale della lotta dei lavoratori alla Fedex Tnt è un importante segnale in questa direzione. Il CLA ha individuato nella denuncia e nella mobilitazione per la salute e la sicurezza nei posti di lavoro e nel territorio e contro la repressione un terreno fondamentale sul quale sviluppare un processo di unità d’azione del sindacalismo conflittuale.
Per questo siamo impegnati, da due anni, a partecipare e a promuovere iniziative con familiari delle vittime di stragi avvenute in questi anni.
Temi sui quali terremo un incontro nazionale di preparazione per un Convegno (a settembre-ottobre) domenica 27 giugno a Viareggio dalle ore 11.00 alle ore 16.00 all’aperto nell’area di fronte alla Chiesina dei Pescatori in Darsena.
Genova, 18 giugno 2021
coordautoconvocat2019@gmail.com
Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati (CLA) per l’unità della classe
in diffusione a Genova