Accadde oggi

21 gennaio 1924. Muore Lenin. Nato a Simbirsk il 22 aprile 1870 fondatore del Partito Comunista Bolscevico, leader indiscusso della prima insurrezione operaia e contadina trionfante nella storia dell’umanità: la Rivoluzione d’Ottobre che avrebbe aperto una nuova tappa nella storia dell’umanità.
21 gennaio 1921. A Livorno, viene fondato il Pcd’I
21 gennaio 1953. La Camera approva la legge elettorale maggioritaria, definita legge-truffa: scioperi e proteste in tutta Italia.

Lenin e la rivoluzione russa

In questo mese di novembre ricorre il 102° Anniversario della Rivoluzione Socialista di Ottobre.
“Ma chi è, donde è venuto, questo che fra tutti gli uomini è il più umano?”
(V, Majakovskij)

Lo scrittore Maksim Gorki, che ebbe occasione di incontrare più volte Vladimir Ilic, ci ha lasciato dei ricordi che mettono in luce la personalità del grande rivoluzionario, sopratutto la sua grande umanità.
“Pranzava di solito con pochi compagni in una trattoria a buon mercato. Notai che Vladimir Ilic mangiava molto poco, una frittata di due o tre uova e una fetta di prosciutto, a cui aggiungeva un bicchiere di birra. Si vedeva bene che non aveva alcuna cura di sè e mi sorpresero molto le sue premure per gli operai. Del vitto per i congressisti si interessava con M.F. Andreeva, a cui Lenin domandò: – Che ne pensate, i compagni mangiano a sufficienza? Non potremmo aumentare i panini?
Quando giunsi la prima volta in albergo, vidi che Lenin, preoccupato, palpava il mio letto.
– Che state facendo? – Mi assicuro che le lenzuola non siano umide.
Lì per lì non capii perché gli interessava sapere se le lenzuola londinesi erano umide. Accortosi del mio stupore, mi spiegò: – Dovete badare alla salute.”

Nell’autunno 1918 domandai a un operaio di Sormovo, Dimitri Pavlov, quale fosse, a suo giudizio, il tratto più singolare di Lenin.
– La semplicità. È semplice come la verità.

Com’è risaputo, i giudici più severi di un uomo sono le persone che lavorano per lui. Ma l’autista di Lenin , Ghil, uomo di grande esperienza, mi disse; – Lenin è particolare, non ce ne sono come lui. Una volta io conduco per la Miasnitskaia, c’è un gran traffico, cammino a stento, temo che mi rovinino la macchina, suono il clacson e vado su tutte le furie. Lui apre lo sportello e, rischiando di farsi travolgere, mi si accosta lungo il predellino per dirmi: – Ghil, vi prego, niente strepiti. Procedete come gli altri.
-Io sono un vecchio autista e so bene che nessuno avrebbe fatto come lui.

Non riesco a concepire un altro uomo che, stando così in alto, abbia saputo resistere alla lusinga dell’ambizione e non abbia smarrito il suo interesse per gli uomini semplici.
In Lenin c’era una sorta di magnetismo che gli attirava i cuori e le simpatie dei lavoratori. Non parlava italiano, ma i pescatori di Capri, che avevano conosciuto Scialiapin e molti altri russi importanti, assegnarono d’istinto a Ilic un posto particolare. La risata di Lenin era affascinante, era la risata di un uomo che, cogliendo alla perfezione la goffaggine della stupidità e le astuzie acrobatiche della ragione, riusciva tuttavia a godere dell’ingenuità infantile dei ”semplici di cuore”. Un vecchio pescatore, Giovanni Spadaro, disse di lui: _Così può ridere solo un uomo onesto.

Dondolandosi sulla barca, Lenin imparava a pescare ”senza canna”.I pescatori gli spiegarono che bisognava tirar su nell’attimo in cui il dito sentiva tremare la lenza.
-Così, drin-drin, capisce?
Poco dopo catturò un pesce, lo tirò su e gridò con l’entusiasmo di un ragazzo e la passione di un pescatore: -Ah!Ah! Drin-drin!
I pescatori scoppiarono anch’essi in una risata assordante e gioiosa, come bambini, e gli misero nome “Signor Drin-Drin”.
Quando Ilic ripartì, continuarono a domandarmi: “Come sta il signor Drin-Drin? Lo zar non lo prenderà, no?”

Pennivendoli del capitale e falsificatori della storia hanno lanciato le più inverosimili calunnie sulla persona e sull’opera di questo grande rivoluzionario, come hanno fatto i rappresentanti dell’Unione Europea, sciacalli dei monopoli e del capitale finanziario, nostalgici dello zarismo.
Parlando dei calunniatori della sua epoca, Maksim Gorki scriveva:
“E se la nube di odio, di menzogna e di calunnia, addensatasi intorno al suo nome, fosse anche più fitta, conterebbe poco. Non c’è forza che possa oscurare la fiaccola issata da Lenin sulle tenebre soffocanti del mondo impazzito. Non è mai esistito un uomo che, come Lenin, abbia meritato sulla terra eterna memoria.”