53 anni fa, la legge 300 del 20 maggio 1970

Statuto dei diritti dei lavoratori

Lo Statuto – approvato sulla spinta di una grande stagione di lotte operaie (“autunno caldo”) che rivendicava aumenti salariali egualitari e diritti fondamentali – introdusse modifiche sul piano delle condizioni di lavoro, dei rapporti fra datori di lavoro e lavoratori e nel campo delle rappresentanze sindacali.
Fu una delle riforme degli anni ’60 e ’70: dai contratti collettivi nazionali alle pensioni, dal punto unico di contingenza alla L.833/78 sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Ogni vera riforma presenta due aspetti di per sé contraddittori: – è il frutto della mobilitazione delle classi lavoratrici e delle masse popolari; – rappresenta un compromesso con le controparti per le quali è finalizzato al contenimento, sino all’azzeramento della stessa mobilitazione.
Nella lotta per le “riforme” è fondamentale cogliere l’aspetto positivo (immediato e transitorio) per le classi lavoratrici, come non deve essere sottovalutato l’aspetto positivo per l’avversario: frenare la mobilitazione sino a erodere e/o cancellare la loro ‘efficacia’.
Le riforme di quegli anni rappresentarono questo, risultando nel corso dei decenni compromessi a perdere. Ogni compromesso può essere nobile o traditore per le classi sfruttate, a seconda della comprensione e della trasformazione della realtà senza mai perdere di vista l’obiettivo generale.
Nei decenni, abbiamo assistito: – alla cancellazione delle conquiste e dei diritti strappati con il sangue, i sacrifici, le lotte e le mobilitazioni, in particolare nel biennio ’68-’69; – alla devastazione di ogni diritto e tutela del lavoro da parte di padroni, manager e governi, con le complicità di sindacati, partiti e associazioni, che hanno svenduto il patrimonio del movimento operaio e sindacale: dalle controriforme sulle pensioni al dilagare del precariato, alla cancellazione dell’art.18 dello Statuto al carovita, alla povertà.
Con l’applicazione dell’allora L.833/78 (SSN), la stessa emergenza sanitaria (Covid-19) sarebbe stata affrontata in ben altro modo, evitando la tragedia che è sotto i nostri occhi. Lo smantellamento di un servizio sanitario pubblico, solidale e nazionale e le privatizzazioni hanno pesantemente e gravemente “assistito” il massacro sociale, economico e politico.
Un disastro sanitario annunciato e denunciato, crimini di un sistema fondato su un modello di produzione che subordina, fino ad annientare, la salute e la vita, la sicurezza e l’ambiente, sull’altare del profitto.
Le controriforme di questi decenni contro lavoratori e lavoratrici, precari, pensionati, disoccupati, giovani, sono state vere riforme favorevoli ai padroni e ai loro portaborse politici, istituzionali e sindacali.
La storia, l’esperienza e la realtà, insegnano che difesa e conquiste hanno come presupposto, base e condizione, la coscienza, la mobilitazione, l’organizzazione della classe, e che l’offensiva e la lotta per un mondo migliore, per una società radicalmente alternativa, necessitano in primo luogo dello strumento determinante per un processo rivoluzionario: il Partito comunista, senza il quale, anche la più significativa conquista, alla lunga, come dimostrato, si affievolisce sino a perdersi.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: