17 luglio 1936: inizio della Guerra civile spagnola, un conflitto armato nato in conseguenza al colpo di Stato del 17 luglio, che vide contrapposte le forze nazionaliste e fasciste, guidate da una giunta militare, contro le forze del governo legittimo della Repubblica spagnola, sostenuta dal Fronte popolare una coalizione di partiti democratici che aveva vinto le elezioni nel febbraio precedente.
17 luglio 1944: morte dell’operaio Bruno Fanciullacci. Proclamato nel 1944 Eroe nazionale dal Comando generale delle Brigate Garibaldi, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Dotato di grande audacia e determinazione, fu uno dei dirigenti dei GAP e fu protagonista di alcune fra le azioni più clamorose della lotta di liberazione a Firenze. L’azione più clamorosa, rimasta fino ad anni recenti oggetto di accese controversie intorno alla responsabilità politica del fatto e alla stessa identità dei partecipanti, fu quella che il GAP guidato da Fanciullacci portò a termine il 15 aprile 1944 uccidendo il filosofo Giovanni Gentile, all’epoca presidente dell’Accademia d’Italia e autorevole esponente del regime fascista repubblichino. L’attentato, che intendeva rispondere all’eccidio fascista del 22 marzo al Campo di Marte, fu rivendicato dalla stampa antifascista clandestina. Lo stesso vale per l’azione del 9 luglio 1944 quando, vestiti da fascisti e da tedeschi, Fanciullacci, Elio Chianesi ed altri dieci gappisti si presentano al carcere femminile di Santa Verdiana e liberarono diciassette giovani antifasciste, che stavano per essere deportate o fucilate.
La rabbia dei fascisti è incontenibile e comincia una caccia accanita a Fanciullacci e ai suoi compagni. Dopo una settimana il gappista cade nella rete: in piazza Santa Croce viene riconosciuto e arrestato. Ricomincia il calvario a Villa Triste dove era già stato torturato per giorni, temendo di non reggere ancora alle torture, ammanettato, si butta da una finestra del secondo piano. Ha il capo fratturato, non sopravviverebbe, ma i fascisti, che temono possa ancora sfuggirgli, infieriscono sul suo corpo a fucilate.
17 luglio 1944: a Firenze viene perpetrato l’eccidio di Piazza Tasso per opera delle milizie fasciste guidate da Giuseppe Bernasconi, braccio destro del famigerato comandante delle SS italiane Mario Carità. Sotto il fuoco degli uomini di Bernasconi rimasero cinque vittime: Ivo Poli (di soli otto anni), Aldo Arditi, Igino Bercigli, Corrado Frittelli e Umberto Peri. Si contarono inoltre numerosi feriti più o meno gravi. Altri abitanti del quartiere furono catturati e di loro si persero le tracce. Solo molti anni dopo, nel 1952, furono ritrovati i loro corpi sul greto del fiume Arno, nei pressi del parco delle Cascine: erano stati fucilati.
17 luglio 1945: a Postdam, Churchill, Truman e Stalin discutono la denazificazione della Germania.