Carovita e aumento delle bollette… ma basta!

A ogni consumo e ad ogni movimento per vivere o, forse meglio dire, per sopravvivere ci si rende conto che il costo è sempre in aumento.

Salari da fame, 5 milioni di persone in povertà assoluta, 12 milioni in povertà relativa, 3 milioni di precari, disoccupazione e cancellazione di posti di lavoro e diritti conquistati con le lotte, disuguaglianze e ingiustizie crescenti.

L’emergenza sanitaria ha aggravato pesantemente le condizioni di vita e di lavoro di milioni di lavoratori, lavoratrici, giovani e anziani. Altro che l’elezione del capo di Stato, trasformata oramai in emergenza nazionale! Vita amara e abbruttita, frutto di una società basata sul mercato, sulla competitività, sul profitto di pochi a danno della popolazione.

Un governo di banchieri e multinazionali, del complesso militar-industriale, che elargisce i fondi UE ai capitalisti più forti, a “prenditori” che delocalizzano o chiudono le aziende, persino quando non sono in crisi. E salari e stipendi? Quando, ma quando vi sono aumenti, sono al lumicino e centellinati…

Una situazione per occupazione, salute, ambiente e vita, insostenibile e inaccettabile!

Di fronte alla pandemia da ‘Covid-19’ perché lorsignori non hanno fatto ciò che dovevano: assunzioni di personale, aumento di posti letto e unità intensive, servizi socio-sanitari e territoriali all’altezza della gravità della situazione e della tragedia vissuta? Oltre 140mila vittime e centinaia di operatori della sanità che hanno perso la vita per il lavoro, oltre al danno incalcolabile per aver sottratto 37 miliardi di € a sanità e salute!

Governi, istituzioni, politicanti non hanno fatto quello che dovevano perché stanno dall’altra parte della barricata, con la classe dominante, i poteri forti, le lobby, perché difendono a spada tratta i profitti di pochi anziché i bisogni dei più (nei 2 anni di pandemia i 10 più ricchi del mondo hanno raddoppiato i loro patrimoni: in un giorno guadagnano 1,3 mld. di dollari!)

I partiti sopravvissuti sono ormai organi di servizio al potere; le burocrazie sindacali collaborazioniste non intendono rimettere in discussione l’attuale sistema economico-politico o, meglio, il regime vigente. Allora, c’è il bisogno, appunto, vitale di voltare pagina.

E come? Ricostruendo, con passaggi necessari e condizioni essenziali, il Partito indipendente del proletariato, il sindacato unitario, conflittuale e di classe, organismi e organizzazioni popolari che difendano gli interessi delle masse sfruttate e oppresse.

Privi di questi fondamentali strumenti, si rimane al palo, cioè ai lamenti, alle recriminazioni, agli anatemi. Per cambiare veramente, c’è bisogno di un salto di qualità collettivo in termini di coscienza e organizzazione. Obiettivo primario è il cambiamento radicale del sistema sociale, che abolisca sfruttamento, licenziamenti e oppressione, affinché i lavoratori possano vivere e lavorare senza padroni. L’alternativa all’attuale stato di cose è una società socialista dove il potere sia nelle mani della classe operaia e delle masse popolari.

21 gennaio 2022: anniversario della fondazione del PCd’I

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