Lo sciopero di 48 ore (18-19 novembre) per i diritti dei lavoratori del porto: stop all’utilizzo dei marittimi alle dipendenze delle compagnie di navigazione per mansioni svolte dai portuali, condizioni di maggiore sicurezza e salute, contenimento dello straordinario, superamento del precariato, riconoscimento del lavoro usurante – ha praticamente bloccato i porti di Livorno e Piombino con adesioni al 100%. “In alcune realtà si sa quando lavori con un preavviso di 3 ore: così sei ostaggio e vivi solo per lavorare”, “Oggi ci siamo visti come una comunità: ora le imprese devono uscire dal guscio”, dicono i lavoratori.
Dai dati sindacali, nel porto di Livorno i lavoratori sono 1.600; il porto è tra le prime ‘industrie’ della Toscana.