Genova: 14 agosto 2021

A 3 anni dal crollo del ponte ‘Morandi’: una strage di Stato 

Sono passati 3 anni da una strage che si aggiunge alle altre “stragi di Stato”: al crollo della ‘Torre Piloti’ ancora a Genova, a quelle ferroviarie del 29 giugno 2009 a Viareggio, di Andria e Corato in Puglia, di Pioltello, di Lodi, a quella del Moby Prince di Livorno, di S. Giugliano di Puglia, de L’Aquila, di Rigopiano, di Linate, della funivia, del Vajont … ai morti per i disastri ambientali, per le alluvioni (a Genova, 2011 e 2014, con 7 vittime e territorio devastato), ai disastri ambientali per esondazioni di fiumi e laghi come nel lecchese ai disastrosi incendi come in tante parti d’Italia di questa estate.

Stragi che si aggiungono allo stillicidio quotidiano di migliaia di morti sul lavoro e da lavoro. Demagogiche le frasi del presidente Mattarella che disse ai familiari del Ponte Morandi: “Nel nome delle vittime dobbiamo lavorare per mettere a nudo fragilità, pecche e rischi del nostro sistema infrastrutturale e per modernizzare il meccanismo dei controlli“. Quale modernizzazione? Il disastro: 43 vittime – 66 persone rimaste ferite, oltre ai sopravvissuti con ripercussioni psicologiche – è avvenuto perché nessuno ha tenuto sotto controllo, ispezionato, intervenuto sulla struttura e sono stati ignorati i segnali d’allarme.

È la stessa procura di Genova a sostenere che “Se il concessionario avesse speso in sicurezza una sola parte del denaro, speso per l’indagine, e che verrà speso per il processo, oggi non saremmo qui a parlare del crollo del ponte Morandi, né di indagini, né di processi”.

L’udienza preliminare vede 59 imputati tra dirigenti manager e tecnici di Autostrade per l’Italia (Aspi), Spea (la società delle manutenzioni) – che avrebbe dovuto provvedere alle manutenzioni – e del ministero delle Infrastrutture, oltre alle due società che facevano parte del gruppo Benetton, ma sullo sfondo c’è lo spettro della prescrizione esattamente com’è successo per la strage di Viareggio agevolata dalla nuova controriforma della giustizia passata alla Camera nei giorni scorsi con la maggioranza delle forze parlamentari e il benestare del Quirinale.

Da anni si sapeva dell’urgenza di intervenire sul “Morandi” – costruito negli anni ’60, lungo 1.182 m. e alto 90, sopra le case di un quartiere popolare – ma gli allarmi sono rimasti “dolosamente” inascoltati. Negli ultimi 6 anni sono crollati 5 ponti con vittime e feriti. In tutti questi anni il traffico censimento delle infrastrutture a rischio: in Italia 10.000 ponti hanno la revisione scaduta e necessitano di interventi urgentissimi per evitare altri disastri. Non esiste fatalità in alcuna strage e non è colpa dell’essere umano, ma del sistema capitalista alla continua ricerca del massimo profitto, dello Stato che lo rappresenta che impone di sacrificare le vite di lavoratori e cittadini, la salute, l’ambiente in nome del profitto per gli interessi della classe dominante.

L’unica via per invertire la tendenza delle stragi, dei disastri, delle morti di e da lavoro (oltre 500 in 7 mesi) è partecipare contro l’indifferenza e l’immobilismo, è lottare quotidianamente per unire le forze e dar vita all’organizzazione della classe lavoratrice sino alla ricostruzione di un autentico Partito Comunista, strumento indispensabile per una società fondata sull’emancipazione e la liberazione dallo sfruttamento e dall’oppressione.

14 agosto 2021

Unione di lotta per il Partito comunista

unionedilottaperilpartitocomunista@tutanota.com

Fronte della Gioventù Comunista

fgc.versilia@yahoo.com

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