Abbiamo partecipato alla manifestazione del 30 giugno promossa da ‘Genova antifascista’.
Assieme ai compagni della Toscana e di Genova, abbiamo sfilato con gli striscioni del Coordinamento Comunista Toscano e del Coordinamento Comunista Lombardo, alcune bandiere rosse e diffuso 600-700 volantini (si veda il testo qui a seguire)
Genova, 30 giugno ’60
Il 30 giugno è una giornata indimenticabile: per chi l’ha vissuta e per chi l’ha conosciuta. Genova è la città del G-8 (luglio 2001), è la città di Carlo Giuliani, caduto per difendere la piazza e il diritto a manifestare.
Il 30 giugno rappresenta un filo che lega le mobilitazioni di anni ed anni. Lotte per la sicurezza, contro il precariato, per i diritti dei lavoratori, contro il fascismo, la guerra e carichi di armi destinati ad uccidere esseri umani.
Le “giornate di Genova” furono la risposta dei giovani dalle “magliette a strisce” contro la provocazione del Congresso del Msi e del governo Tambroni che concesse ai fascisti la piazza genovese, Medaglia d’oro della Resistenza,
Genova é la città di Carlo Giuliani, giovane partigiano, ucciso il 20 luglio 2001 dai carabinieri mentre manifestava la propria voglia di giustizia contro l’oppressione, lo sfruttamento e le guerre dei caporioni del G-8.
Guerre, omicidi, sequestri, arresti, aggressioni, torture, controllo poliziesco, repressione diffusa sul piano politico e sociale … questi i volti della violenza dell’imperialismo (e dei suoi Stati) contro cui il movimento di classe deve organizzarsi e mobilitarsi. Ogni forma di dissenso ed opposizione politico-sociale fuori dalle compatibilità economiche ed istituzionali deve essere aggredita per dividere e isolare i movimenti di lotta contro oppressione e sfruttamento capitalista. Un giro di vite dello Stato aggiornato dall’ultimo pacchetto Sicurezza di Salvini, a cui hanno fatto da apripista i provvedimenti succedutisi negli anni.
Un attacco repressivo agli immigrati, ai lavoratori immigrati, a tutta la classe; un decreto per spezzare autorganizzazione, lotte e organizzazioni d’avanguardia.
Il capitale intende scaricare la crisi sulle spalle di chi lavora e di chi vive di pensione. Il proletariato ha subìto peggioramenti alle condizioni di vita e lavoro, aumento degli infortuni, di morti e malattie sul e da lavoro, la paura di perdere il lavoro e precipitare nella disoccupazione, la prepotenza padronale e dello Stato che non risparmia manganelli, licenziamenti, denunce e condanne a chi lotta.
Un grande insegnamento ci trasmette la Resistenza (1943-45), come scriviamo nella proposta del ‘Manifesto politico’, “… oltre a rivendicare pane, pace, libertà, e l’abbattimento del regime nazi-fascista, fatti propri dalle masse proletarie e dagli antifascisti di altre classi sociali, i comunisti lottavano per costruire una società socialista di liberi ed uguali, in cui lo sfruttamento degli essere umani fosse considerato, al pari del nazi-fascismo, un crimine contro l’umanità”.
Coordinamento comunista toscano (Cct) – coordcomtosc@gmail.com
Coordinamento Comunista Lombardia (CCL) – coordcomunistalombardia@gmail.com
Genova, 30 giugno 2019
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